Francesco Viganò, 28 anni, bolognese doc, ha deciso di raccontarci la sua storia perché - dice - gli piacerebbe che più persone possibili capissero l’importanza di donare il sangue.

Francesco, Viga per gli amici, ha iniziato a donare nel 2016 e da allora appena arriva la convocazione prenota la sua donazione al Centro Raccolta Sangue e Plasma in via dell’Ospedale a Bologna. È qui che dona insieme a Martina, la sua ragazza, convinta proprio da lui a donare: “Lei mi disse che voleva farlo da una vita, così l’accompagnai nell’iter…Un’altra esperienza da condividere!”

Chiediamo a Francesco come mai nel 2016 ha deciso di diventare donatore periodico e lui risponde così:

“I motivi che mi hanno spinto sono stati principalmente due: uno è personale, l’altro dettato dal senso di solidarietà. Sinceramente, ho pensato alla possibilità di donare il sangue nell’estate del 2015, quando  è iniziato un calvario che pensavo potesse non finire mai! Mi sono svegliato con una gamba immobilizzata, ho iniziato a fare controlli in due ospedali diversi e mi era stato diagnosticato uno stiramento muscolare. Ma i giorni passavano e il dolore aumentava. Mio padre, che è medico, non si fidò di quella diagnosi. Ricordo che ero al mare quando mi chiamò dicendomi di rientrare a Bologna, salvandomi così la vita, perché quello che avevo nella gamba era un trombo profondo attaccato alla vena poplitea: un tappo di sangue che se parte può portare alla morte. Ricoverato d’urgenza all’Ospedale Malpighi, iniziai una cura di punture e pastiglie, dopo il primo ciclo di punture i medici mi dissero che ero fuori pericolo, però mi dissero anche che dovevo stare attento a tutto quello che facevo: tagliarmi o prendere dei colpi  poteva diventare molto pericoloso avendo il sangue scoaugulato. Ho passato tre mesi dentro e fuori dagli ospedali, ho seguito le raccomandazioni alla lettera scansando eventuali rischi, ma non potevo giocare a calcio, la mia grande passione.

Scampato il pericolo e non sapendo la causa del trombo, i medici mi hanno consigliato di tenermi controllato con esami del sangue periodici, così ho pensato: Perché sprecare del sangue solo per i controlli, se il sangue che devono esaminare per il mio bene può anche essere donato?

Mentre pensavo a questa possibilità ecco l’evento che mi ha convinto definitivamente: il terremoto ad Amatrice. Era il 24 agosto 2016, appresi la notizia dal Telegiornale. Telefonai subito per chiedere se avevano bisogno di volontari, se avevano tutte le scorte di cibo e le coperte necessarie e se potevo aiutare in qualche altro modo tutte quelle persone rimaste senza casa o ferite. Ma loro mi dissero che l’unica cosa che certamente potevo fare da Bologna era iniziare a donare il sangue e prendere l’impegno di farlo periodicamente, perché di sangue c’è sempre bisogno, non solo nei casi di emergenza.

Così dopo alcuni mesi sono tornato a giocare a calcio e ho prenotato la visita di idoneità. Entrando in Avis per la prima volta mi sono sentito coccolato e davvero utile!

Ad oggi posso affermare con certezza di sentirmi al sicuro, perché so che con questo piccolo mio impegno di donare con costanza una sacca di sangue posso salvare 3 vite...anzi 4: 3 sconosciuti e la mia stessa!

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