Per l’ormai consueto appuntamento con la rubrica #AviStorie abbiamo pensato alla storia di Giovanna Simonini, una donna entusiasta e dal cuore d’oro che ha sperimentato in prima persona cosa voglia dire ricevere il grande regalo dei donatori di sangue.

AviStorie Bologna Giovanna

Abbiamo appreso la sua storia per caso, ma abbiamo deciso che non avremmo potuto lasciarla al caso, perché grande stimolo per tutti noi, donatori e non.

Così le abbiamo chiesto innanzitutto di presentarsi e lei lo ha fatto con queste parole:

Chi sono? Sono una donna che a breve farà 51 anni, una persona come tante, una donna con una grande passione per la vita, con la voglia di vivere alle stelle, una donna che credeva di aver già dato nella vita, che credeva di aver raggiunto già il massimo di dolore da sopportare. Sono sempre stata sportiva, ho insegnato educazione fisica e ho fatto altri mille lavori, con una costante: il contatto con le persone…perché mi piace la mente umana, le persone danno gioie e dolori ma sono fondamentali per andare avanti.

Poi le abbiamo chiesto come ha conosciuto Avis Bologna:

Ho conosciuto Avis Bologna per via di una conoscenza in comune con cui condividevo la passione per le moto, così ho iniziato a seguire le attività del Gruppo Motociclistico, ma non ho mai donato.   

E allora siamo scesi più nello specifico, chiedendole di raccontarci come ha sperimentato in prima persona l’importanza del dono del sangue.

 La mia è la storia di una ricevente, una storia  che inizia l’11 maggio 2017, quando per un semplice brufolo fastidioso, il mio medico di base mi prescrisse degli esami del sangue che portarono a una diagnosi che mi ha spezzato il fiato: LMA, leucemia mieloide acuta…in un nano secondo tutta la mia vita è cambiata. Dell’ultimo anno, 270 giorni li ho trascorsi in ospedale: chemio-terapia, remissioni, recidive. Il trapianto di midollo osseo e un duro virus da debellare. E qui ho avuto bisogno di tante trasfusioni di sangue e piastrine e ho capito quanto davvero sia importante il piccolo ma grande  gesto quotidiano dei donatori di sangue.

Chi mi ha dato la forza di andare avanti? Quelle poche persone che mi sono rimaste vicine e soprattutto mio figlio, che è sempre stato qui al mio fianco, tra dolori, pensieri e paure. E lui, nonostante la giovane età le sue paure le ha superate, divenendo anche il mio donatore di midollo. Se penso agli insegnamenti che qualsiasi madre vorrebbe  lasciare al proprio  figlio, beh posso dire che, senza nemmeno volerlo, io a mio figlio non ho più nulla da insegnare. È diventato donatore di sangue e ha imparato involontariamente cosa vuol dire donarsi agli altri. Insieme a lui per via della mia esperienza anche suo padre e i genitori della sua fidanzata ora donano sangue, cosicché altre persone nella mia stessa situazione abbiano a disposizione tutte le sacche di sangue di cui hanno bisogno per la loro convalescenza.

Ci tengo a lasciare un unico monito a chi  legge. Amate gli esseri umani e rispettateli, qualunque sia il loro passato e la loro cultura. Ognuno di noi dovrebbe amare se stesso e donare un po’ di sé a chi ne ha bisogno, donare sangue e prendersi cura di se stessi per potersi mettere a disposizione di Associazioni come AVIS, AIL e ADMO e quindi di pazienti in difficoltà. Io ringrazio tutti con il cuore, tutti coloro che mi hanno seguito in questo percorso;  non mi resta che sperare, incrociare le dita e andare sempre avanti.

Grazie Giovanna, per le tue parole e la tua forza. Noi siamo con te.


Scopri di più da AVIS Provinciale Bologna

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.