Marianna, 28 anni, pugliese di nascita, vive a Bologna da 6 anni dove studia ingegneria chimica all’Università e dove è stata coinvolta nella realizzazione della campagna estiva sulla donazione del sangue firmata Regione Emilia Romagna, Avis e Fidas.
Quando è perché hai iniziato a donare?
Fin da piccola ho masticato solidarietà, vengo da una famiglia di donatori di sangue: sia mio padre che i miei due fratelli sono donatori. Così a 18 anni, dopo un intervento dell’Avis nella mia scuola, ho deciso di iniziare a donare il sangue, proprio come papà. Spavalda sono andata senza mangiare e bere nulla, nonostante la mia paura degli aghi e nonostante mi avessero avvisato di non andare a stomaco vuoto per poter essere in forze e affrontare al meglio la donazione. Per non aver dato importanza ai consigli dei volontari avis, al termine del prelievo sono quasi svenuta, così ho deciso che per il momento avrei sospeso la mia attività da donatrice.
Nel corso degli anni però ho continuato ad avere un pensiero fisso, sapevo che non avrei potuto mollare per sempre, perché continuavo ad avere il bisogno di fare qualcosa per me e per gli altri. Ho dovuto però ripiegare su altre attività perché mi è stata diagnosticata una malattia che sembrava escludermi definitivamente dalla donazione. Ma evidentemente l’amicizia fra me e Avis non poteva finire qui, e infatti, dopo aver cambiato medico specialista, ho scoperto che la vecchia diagnosi era sbagliata: non ero malata e potevo donare sangue. Un segno del destino? Chissà, io l’ho interpretato così e nell’aprile del 2017 a Bologna ho rifatto la visita di idoneità e sono tornata a donare nonostante la mia paura degli aghi. La mattina visita di idoneità Avis e al pomeriggio tipizzazione ADMO. Tengo molto alla mia iscrizione a queste due Associazioni, certamente all’Avis il gesto è più concreto, lo sento ogni volta che dono. La prendo come una sfida: con la donazione faccio qualcosa anche per me, non solo per gli altri, perché mi serve per tenere sotto controllo la fobia degli aghi. Fra l’altro per via del ferro basso dono plasma, dove l’ago è più grande! Sono la dimostrazione che tutte le paure per un obiettivo più grande possono essere sconfitte o quanto meno controllate.
Ci racconti come sei passata dall’essere una semplice donatrice all’essere testimonial per tutta la Regione?
È iniziato tutto il 6 luglio 2018, avevo prenotato la donazione nello stesso giorno in cui la mia coinquilina Betta aveva prenotato la visita di idoneità. A furia di sentire me parlare di Avis anche lei è diventata donatrice!
Quel venerdì nell’atrio della Casa dei Donatori c’era una ragazza dell’Avis che chiedeva ai donatori di farsi una foto per la campagna #IoTiRaccontoChe da pubblicare sui propri profili Social in modalità pubblica per rendere virali i messaggi della solidarietà. Ho cercato in tutti i modi di svignarmela, ma alla fine mi ha convinto e ho fatto la foto…non amo essere protagonista e non sono molto fotogenica ma l’idea di poter convincere altre persone a donare sangue mi ha fatto dire “sì”.
Poi a fine gennaio ho ricevuto una telefonata della Regione, mi sono spaventata: pensavo di non aver pagato qualche ticket! Invece era un ragazzo che mi chiedeva se volevo partecipare alla realizzazione delle foto per la nuova campagna #IoTiRaccontoChe…ho detto sì, ma con un po di remore per l’imbarazzo e perché non sapevo a cosa andavo incontro!
Arriva marzo e mi presento alla Casa dei Donatori per il set fotografico, dopo un primo momento di imbarazzo, grazie al personale Avis e della Regione mi sono sciolta e abbiamo scattato tantissime foto, anche se in molte sono venuta con gli occhi chiusi….non sono abituata a stare davanti alla fotocamera! Mentre facevamo le foto è nata l’esigenza di scattare foto colorate e divertenti ed è saltato fuori che ero arrivata in bicicletta…una bicicletta rossa fra l’altro! Così la siamo andati a prendere giù e ora fa parte insieme a me delle foto della campagna.
Resto sul set per tutta la giornata, guardo le foto di Luca e Alessandra, tra i donatori scelti insieme a me per la campagna. Ridiamo, scherziamo e condividiamo esperienze di volontariato…mi sono portata a casa il ricordo di una bellissima esperienza! Anche questa volta pensavo fosse finita qui, ma mi sbagliavo, dopo un paio di mesi mi chiamano per presenziare alla Conferenza Stampa di presentazione in Regione. Martedì 14 maggio scorso un’altra giornata di ansia: una vera conferenza stampa davanti ai giornalisti? Chi l’avrebbe mai detto! I giornalisti rivolgono alcune domande agli organizzatori e poi chiedono se qualche donatore o donatrice vuole commentare e interviene Luca: “Marianna vuole parlare!” e così non ho potuto fare altrimenti e ho detto davanti a tutti: “Mi sono molto divertita a fare queste foto, e credo siano utili. Quando ho lasciato il messaggio davanti al totem al centro prelievi non sapevo a cosa andavo incontro: è stato bello vedere il percorso dallo scatto al risultato finale.” A chi ancora non dona sangue voglio dire “Sono la dimostrazione che tutte le paure per un obiettivo più grande possono essere sconfitte e quale obiettivo migliore che garantire il sangue a tutti i pazienti che ne hanno bisogno?”.
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Ho 60 anni, circa 130 donazioni, e questa è la più bella testimonianza che io io abbia letto. Complimenti a tutti! Per esperienza personale contano molto di più le “esperienze dirette” o ancora piùi l”passaparola” verso amici e colleghi, rispetto alle solite “campagne istituzionali” (che erano efficaci in un altro contesto storico). Propongo ai dirigenti Avis di premiare in modo simbolico chi “porta un amico” a donare. Un caro saluto a tutti i donatori e ancora complimenti alla testimonianza di Marianna ed allo staff dell’Avis che l’ha raccolta.
Grazie Andrea! Siamo felici ti sia piaciuta la storia di Marianna. Se hai piacere, contattaci per raccontare la tua storia! Come si fa a rimanere fedeli ad Avis per così tanto tempo? Grazie, grazie, grazie! :)
Ciao ragazzi. Io credo che l’importante sia donare. Io per tradizione dono nel bellissimo paesino dove vado in ferie. Ogni anno organizziamo con l’ emoteca e ogni anno e’ sempre una festa per tutti. La cosa veramente importante e’ una sola DONARE DONARE DONARE
Beppe