Il Ministero della Salute, con la circolare emessa lo scorso 24 marzo, ribadisce che la donazione di sangue ed emocomponenti è un’attività sanitaria essenziale necessaria a garantire l’attività assistenziale di pazienti che necessitano di trasfusioni.
Pertanto i donatori e il personale associativo possono continuare a spostarsi verso le unità di raccolta fisse e mobili sull’intero territorio nazionale. Il Ministero precisa che i donatori sono autorizzati a recarsi presso tali strutture (anche se non sono nel proprio comune di residenza) a donare sangue o plasma per motivazioni di “assoluta urgenza”.
Per garantire il libero e sicuro spostamento dei donatori di sangue, degli aspiranti donatori di sangue e dei donatori richiamati per esami di controllo, l’Avis Provinciale di Bologna provvede a:
- inviare SMS di conferma dell’appuntamento che dovrà essere mostrato in caso di controllo delle forze dell’ordine, insieme al tesserino Avis e al modulo di autodichiarazione, compilato a cura del donatore selezionando proprio l’opzione “motivazioni di assoluta urgenza”;
l’Azienda Usl di Bologna provvede a:
- rilasciare, al termine della donazione, certificato di avvenuta donazione di sangue/plasma;
- rilasciare certificato di visita di idoneità/mancata donazione anche a chi non ha potuto donare, ma si è dovuto comunque recare presso il centro di raccolta.
La circolare in questione fornisce importanti precisazioni a seguito del D.P.C.M 22 marzo 2020 in cui si «fa divieto a tutte le persone fisiche di trasferirsi o spostarsi con mezzi di trasporto pubblici o privati in Comune diverso da quello in cui si trovano» e giustifica gli spostamenti dei donatori di sangue e plasma, tenendo in considerazione che:
– il D.P.C.M 22 marzo 2020 stabilisce che siano consentite le attività che erogano servizi di pubblica utilità ivi compresa l’assistenza sanitaria;
– la donazione di sangue è considerato un servizio sanitario essenziale e necessario a garantire l’assistenza di pazienti che necessitano di trasfusioni;
– le Unità di Raccolta (siano esse fisse o mobili, pubbliche o associative) non sono presenti in tutti i Comuni d’Italia.
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