francesca ciampi avis bologna

Sabato ci ha lasciati Francesca Ciampi, una figura fondamentale per AVIS Bologna e per tutto il mondo del volontariato. Insegnante, scrittrice, attivista, Francesca è stata molto più di una donatrice: è stata un punto di riferimento, una voce all’avanguardia, un’anima generosa capace di trasformare la solidarietà in gesto quotidiano e concreto.

Francesca ha lasciato un’impronta indelebile nel volontariato bolognese e nazionale. Ha vissuto la solidarietà non come un dovere, ma come una parte intima e naturale del suo essere. Dedicarsi agli altri, secondo lei, era il modo più alto di dare senso alla vita.

Nel suo percorso in AVIS ha raggiunto traguardi impensabili per l’epoca: è stata la prima donna a entrare nel Consiglio Nazionale dell’Associazione. Un risultato che fu una vera conquista, portata avanti con coraggio, determinazione e consapevolezza. Lei stessa raccontava:

“Per due mandati sono stata l’unica donna in Consiglio Nazionale. Bisogna riflettere su questo, perché è un’esperienza che comporta grandi difficoltà per una donna. Per farla devi avere i figli già grandi, devi avere un marito che tiene per te. Un marito che ritiene valida l’esperienza e fa fronte alle emergenze quotidiane. Quando c’erano delle sedute un po’ vuote, piene di chiacchiere, inconcludenti, con delle esibizioni personali insopportabili e vedevo che le ore passavano inutilmente, a tutti i presenti dicevo: voi maschi fate presto, la valigia ve la fa vostra moglie, quando tornate a casa scaricate a lei tutte le camicie da lavare. Una donna, invece, ha l’esigenza che il tempo che passa fuori casa sia un tempo produttivo. I tempi, i modi e i luoghi sono ovunque cuciti sul maschile, bisognerebbe inventare tempi compatibili con il femminile”.

Con queste parole, Francesca ci ricordava quanto spesso i ruoli pubblici femminili siano resi possibili da equilibri delicati e da battaglie silenziose, che lei ha affrontato con una lucidità e una forza straordinarie. Francesca, non si è mai fermata agli incarichi o ai titoli: ha sempre cercato il modo di rendere AVIS più umana, accogliente, inclusiva.

È stata infatti proprio Francesca a ideare e portare avanti il servizio di accoglienza ai donatori in AVIS Bologna. Un gesto concreto, nato dal suo sguardo attento e premuroso: fare in modo che ogni donatore, entrando nella sede, si sentisse accolto come una persona, non solo come una goccia di sangue donato. Delle sue mattinate in accoglienza raccontava:

Questa mia ultima esperienza in Avis, l’accoglienza ai donatori, mi ha fatto vedere che arrivano ogni volta delle persone nuove, molti studenti, persone che “vengono da fuori” / forestieri”, vedo che c’è un afflusso costante di gente emozionata ed entusiasta ed è bellissimo!”.

Francesca arrivava spesso con un mazzolino di fiori, che sistemava con discrezione sul banchetto da cui accoglieva i donatori. Era un modo tutto suo per dire grazie, per creare bellezza anche nei momenti più ordinari. Era un gesto semplice, ma che conteneva tutta la sua sensibilità, la sua umiltà e la sua capacità di far sentire ogni cosa importante.

In un mondo sempre più veloce e impersonale, Francesca ha continuato fino all’ultimo a credere nel valore del tempo donato, dell’ascolto, dell’attenzione agli altri. Per lei la solidarietà non era solo nei grandi gesti, ma nel modo in cui si porgeva una parola, si offriva un caffè, si sorrideva a chi entrava per donare. Ha fatto del volontariato una forma di amore civile, profondo, radicato.

Dei donatori diceva:

Io non ho mai pensato che i donatori siano degli eroi, ho sempre pensato che il donatore sia un cittadino maturo, un cittadino con una coscienza politica, una coscienza civica. (…) Uno può dire sono un donatore solo se dona davvero. Se uno dice io sono socialista, io sono cristiano, dove si vede che lo è? In fondo vive poi come tutti gli altri. Mentre se uno dice sono donatore, vuol dire che periodicamente esce di casa e va a donare!”.

Chi ha avuto il privilegio di lavorare con lei, o anche solo di incontrarla, sa quanto fosse capace di lasciare il segno. Con la sua eleganza discreta, con la sua voce ferma e gentile, ha insegnato a tutti noi che si può essere rivoluzionari anche nella gentilezza.

Oggi Bologna perde un pezzo importante della sua storia solidale. Ma il suo esempio, la sua voce e la sua memoria continueranno a vivere nelle tante persone che ha formato, ispirato e amato.

Alla sua famiglia, ai suoi affetti più cari, a tutti coloro che le hanno voluto bene, va l’abbraccio affettuoso e grato di tutta AVIS Provinciale Bologna.

Ci stringiamo a voi con il cuore, certi che Francesca continuerà ad accompagnarci nel nostro cammino di dono.


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